Cassazione penale Sez. VI ordinanza n. 21551 del 15 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:21551PEN

Massima

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Il giudice, nell'applicare la pena su richiesta delle parti ai sensi dell'art. 444 c.p.p., è tenuto a motivare in ordine alla sussistenza di eventuali cause di non punibilità, nonché in relazione alla rilevanza della recidiva contestata, ai sensi degli artt. 132 e 133 c.p. Tuttavia, il ricorso per cassazione avverso tale sentenza è ammesso solo per motivi attinenti all'espressione della volontà dell'imputato, al difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, all'erronea qualificazione giuridica del fatto e all'illegalità della pena o della misura di sicurezza, ai sensi dell'art. 448, comma 2-bis, c.p.p. Al di fuori di tali ipotesi, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con procedura semplificata e non partecipata, in applicazione dell'art. 610, comma 5-bis, seconda parte, c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. in (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 8237/17 del Tribunale di Milano del 07/09/2017;
udita in camera di consiglio la relazione del consigliere, Dott. O. Villoni.
RILEVATO
che e' stato proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza indicata in epigrafe con cui il Tribunale di Milano in composizione monocratica, previa sua richiesta concordata con il PM e formalizzata in corso d'udienza, ha applicato nei confronti di (OMISSIS) ai sensi dell'articolo 444 cod. …

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