La presentazione di una domanda di condono edilizio entro il termine di legge preclude l'adozione di provvedimenti repressivi dell'abuso edilizio, in quanto la definizione del procedimento di sanatoria assume rilievo pregiudiziale rispetto alla disposizione delle misure sanzionatorie, le quali restano azionabili solo nell'ipotesi di negazione del beneficio del condono, al fine di non vanificare a priori il pendente procedimento di regolarizzazione. La domanda di condono edilizio sospende il procedimento sanzionatorio, impedendo l'adozione di provvedimenti di demolizione o ripristino dello stato dei luoghi fino all'accoglimento o al definitivo diniego della richiesta di sanatoria, in applicazione degli articoli 38 e 44 della legge n. 47/1985, cui espressamente rinvia il d.l. 269/2003 convertito nella legge 326/2003. Pertanto, l'ordinanza di demolizione emessa in pendenza di una domanda di condono è illegittima e deve essere annullata, in quanto la definizione del procedimento di sanatoria assume carattere pregiudiziale rispetto all'adozione di misure sanzionatorie, le quali restano azionabili solo nell'ipotesi di rigetto della richiesta di condono, al fine di non vanificare a priori il pendente procedimento di regolarizzazione.