Il giudice, nel pronunciare la sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti ai sensi dell'art. 444 c.p.p., è tenuto a verificare la sussistenza dei presupposti richiesti dalla legge, tra cui la corretta qualificazione giuridica del fatto, l'applicazione di eventuali circostanze, la congruità della pena concordata e l'assenza di motivi per pronunciare una sentenza di proscioglimento ex art. 129 c.p.p. Tale verifica, pur se sintetica, deve risultare dalla motivazione della sentenza, la quale deve dare atto dell'avvenuto compimento di tali adempimenti, in conformità ai principi elaborati dalla giurisprudenza di legittimità in materia di motivazione delle sentenze di patteggiamento. Pertanto, la motivazione della sentenza di applicazione della pena concordata, pur se succinta, deve ritenersi adeguata laddove il giudice abbia esplicitato, anche in modo sintetico, di aver proceduto alla delibazione degli elementi positivi e negativi richiesti per l'adozione di tale provvedimento.