Cassazione penale Sez. III sentenza n. 15466 del 15 aprile 2015

ECLI:IT:CASS:2015:15466PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni di un terzo estraneo alle indagini penali è legittimo solo se il giudice accerta, sulla base di elementi concreti, che tali beni rientrino nella sfera degli interessi economici dell'indagato, ancorché il potere dispositivo su di essi venga esercitato per il tramite del terzo. Il giudice non può limitarsi a rimettere tale accertamento al pubblico ministero, organo privo dei necessari requisiti di terzietà e imparzialità, in quanto ciò comporterebbe una violazione del diritto di difesa costituzionalmente garantito. Pertanto, il giudice è tenuto a motivare in modo esaustivo sulla sussistenza dei presupposti per l'applicazione della misura cautelare reale anche nei confronti di soggetti diversi da quelli indicati nel decreto, vagliando specificamente le deduzioni difensive in ordine alla effettiva riconducibilità dei beni sequestrati alla sfera patrimoniale dell'indagato e all'assenza di periculum.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. ORILIA Lorenzo - rel. Consigliere

Dott. ANDREAZZA Gastone - Consigliere

Dott. ACETO Aldo - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 46/2014 TRIB. LIBERTA' di ANCONA, del 13/06/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LORENZO ORILIA;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)) (rigetto).

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza 13.6.2014 il Tribunale di Ancona ha rigettato la richiesta di riesame proposta dal difensore di (OMISSIS) in relazione al sequestro preventivo di un conto corrente bancario a lei intestato, ne…

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