La risoluzione di un contratto di concessione per la gestione e riscossione delle entrate tributarie e patrimoniali di un ente locale, disposta dall'amministrazione comunale per il mancato integrale versamento delle somme dovute dalla società concessionaria per due rate consecutive, non è subordinata né condizionata dalla cancellazione della società stessa dall'albo di cui all'art. 53 del d.lgs. n. 446/1997, essendo tale risoluzione fondata sulle specifiche e gravi inadempienze contrattuali della società concessionaria, consistite nell'omesso riversamento di tributi comunali riscossi. Pertanto, l'ammissione della società concessionaria alla procedura di amministrazione straordinaria ai sensi dell'art. 3, comma 3, del d.l. n. 40/2010, conv. in l. n. 73/2010, non comporta la persistenza della convenzione risolta per inadempimento, in quanto la norma citata fa salve solo le convenzioni decadute a causa della cancellazione dall'albo, ma non quelle risolte, revocate o decadute per motivi diversi. Un'interpretazione della disposizione che faccia rivivere le convenzioni anche in caso di risoluzione per ragioni diverse dalla cancellazione dall'albo potrebbe far dubitare della legittimità costituzionale della norma stessa, in riferimento ai principi di autonomia finanziaria degli enti locali sanciti dagli artt. 118 e 119 Cost.