Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25560 del 23 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:25560PEN

Massima

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Il minacciare una persona al fine di costringerla a ritrattare le dichiarazioni rese in sede di indagini, al fine di favorire l'elusione dell'attività investigativa e processuale dell'autorità giudiziaria, integra il reato di violenza privata, anche qualora la minaccia non abbia concretamente influenzato la deposizione della persona nel dibattimento, in quanto la condotta è comunque idonea a intralciare il corso della giustizia. Inoltre, il compimento di atti diretti a favorire l'elusione delle attività investigative e processuali dell'autorità giudiziaria da parte di un soggetto indagato per altro reato, integra il reato di favoreggiamento personale, a prescindere dall'effettiva influenza di tali atti sulla deposizione della persona minacciata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. LU. GI., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 27/12/2006 CORTE APPELLO di CATANZARO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIZZUTI GIUSEPPE;

Sentite le conclusioni del PG. Dott. BUA Francesco (rigetto del ricorso).

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con sentenza del 22.2.2005 il tribunale di Paola dichiarava DE. LU. G…

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