Cassazione penale Sez. II sentenza n. 51464 del 11 dicembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:51464PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la sussistenza dei presupposti per il mantenimento o la revoca di una misura cautelare personale, deve considerare non solo la gravità del fatto reato, ma anche la personalità dell'imputato, i suoi precedenti penali e la sua propensione a delinquere, al fine di accertare la concreta e attuale pericolosità sociale dello stesso. Pertanto, il giudice può legittimamente disporre il mantenimento della custodia cautelare in carcere qualora ritenga, sulla base di una motivazione logica e giuridicamente corretta, che l'imputato presenti una spiccata tendenza a commettere ulteriori reati, anche in considerazione della sua condotta processuale e della sua storia criminale, senza che ciò configuri un inammissibile giudizio di valore da parte del giudice di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Caltanissetta, in data 5 giugno 2014, di rigetto dell'appello cautelare avverso l'ordinanza del Tribunale di Enna, in data 12 maggio 2014, di diniego di revoca della misura cautelare della custodia in carcere o la sua sostituzione con altra meno grave;

Visti gli atti, l'ordinanza denunziata e il ricorso;

Sentita in camera di consiglio la relazione svolta dal consigliere dott. ((omissis));

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