Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32787 del 27 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:32787PEN

Massima

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Il diritto di critica e di manifestazione del pensiero non può essere invocato per giustificare espressioni diffamatorie prive di fondamento, in quanto tali condotte ledono gravemente la reputazione altrui. Pertanto, la diffamazione aggravata sussiste quando l'imputato abbia inviato a diverse autorità giudiziarie ed amministrative una missiva contenente accuse false e offensive nei confronti di un pubblico ufficiale, in quanto tale comportamento, per la sua ampia diffusione, espone la vittima al pubblico biasimo e alla reazione dell'ordinamento, a prescindere dalla veridicità delle circostanze rappresentate. Inoltre, la qualifica di pubblico ufficiale del soggetto diffamato e le sue funzioni certificative rendono ancor più grave la lesione della reputazione, in quanto la falsità dell'accusa mina la fiducia della collettività nell'operato della pubblica amministrazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 19/02/2015 del TRIBUNALE di PAVIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udito in PUBBLICA UDIENZA del 13/05/2016, la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANTONIO SETTEMBRE;
Udito il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione, Dr. Corasaniti Giuseppe, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Giudice di pace di Pavia ha, con sentenza confermata dal Tribunale, ri…

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