Il provvedimento cautelare di custodia in carcere può essere legittimamente disposto nei confronti di un soggetto quando il quadro indiziario, risultante dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, dalle intercettazioni e dalle altre risultanze investigative, consenta di ritenere, sulla base di un procedimento logico-deduttivo esente da vizi di manifesta illogicità, che l'indagato sia pienamente partecipe di un'associazione di stampo mafioso e di un sodalizio dedito al narcotraffico internazionale. In tali casi, il giudice di merito è tenuto a dare puntuale e logica contezza degli elementi indiziari a fondamento del provvedimento cautelare, senza che il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione possa estendersi a una rivalutazione del materiale probatorio o a un riesame degli apprezzamenti del giudice di merito in ordine all'attendibilità delle fonti e alla rilevanza dei risultati probatori, quando la motivazione risulti adeguata, coerente ed esente da errori logici e giuridici.