Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20987 del 25 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:20987PEN

Massima

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La pericolosità sociale, presupposto per l'applicazione di una misura di sicurezza, deve essere accertata dal giudice sulla base delle circostanze indicate nell'art. 133 c.p. e non può essere confusa con l'attualità della commissione di nuovi reati. Nell'ipotesi di aggravamento di una misura di sicurezza, il giudice deve giustificare non solo il giudizio di accentuata pericolosità sociale precedentemente formulato, ma anche la insufficienza o inefficacia della precedente misura, ritenendo necessario l'assegnazione del soggetto ad una misura più afflittiva. Il giudizio di perdurante pericolosità sociale è legittimo se sorretto da motivazione logica e non contraddittoria, che tenga conto dell'andamento irregolare della precedente misura, del comportamento tenuto dal soggetto nei confronti della famiglia e della valutazione della sua personalità, anche in relazione ai rischi per i figli minori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - rel. Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) EL. KA. AB. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 2612/2010 TRIB. SORVEGLIANZA di TORINO, del 13/07/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAFFAELE CAPOZZI;

lette le conclusioni del P.G. che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 13 luglio 2010, il Tribunale di Sorveglianza di Torino ha respinto l'appello proposto da EL. KA. Ab. , condannato…

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