Cassazione penale Sez. I sentenza n. 18322 del 22 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:18322PEN

Massima

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Il disturbo di personalità, anche se grave, non esclude necessariamente la capacità di intendere e di volere dell'imputato, purché esso incida concretamente sulla condotta criminosa in modo tale da escluderla o scemarla grandemente. Pertanto, il giudice può ritenere l'imputato pienamente capace di intendere e di volere, nonostante la presenza di un disturbo di personalità, qualora ritenga che tale disturbo non abbia avuto un ruolo determinante nella deliberazione e nella volizione del fatto criminoso, sulla base di una valutazione complessiva degli elementi di prova, come le dichiarazioni dell'imputato, le risultanze delle perizie e le altre emergenze processuali. Inoltre, il divieto di reformatio in peius impone al giudice di appello, che escluda una circostanza aggravante riconosciuta in primo grado, di non aumentare gli altri elementi autonomi di determinazione della pena, come gli aumenti per la continuazione, rispetto a quanto stabilito in primo grado. Infine, la motivazione sulla determinazione della pena base e sulla negazione delle attenuanti generiche è adeguata quando il giudice faccia riferimento, anche in modo sintetico, ai criteri di cui all'art. 133 c.p., come la condotta simulatoria dell'imputato, i suoi precedenti penali e la mancata resipiscenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO Piera M.S. - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 33/2011 CORTE ASSISE APPELLO di ROMA, del 02/02/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 25/03/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIACOMO ROCCHI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento senza rinvio limitatamente alla misura della pena, che deve essere rideterminato. Rigetta nel resto del ricorso.

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