Il silenzio serbato dalla pubblica amministrazione in relazione a un'istanza di autorizzazione unica per la realizzazione di un impianto per la produzione di energia da fonte fotovoltaica, presentata dal privato, determina il venir meno dell'interesse di quest'ultimo alla decisione, in quanto la successiva comunicazione del preavviso di rigetto ai sensi dell'art. 10-bis della legge n. 241/1990 comporta la cessazione della situazione di inerzia e l'insorgere di un nuovo interesse del privato a conoscere l'esito finale del procedimento. In tali casi, il ricorso avverso il silenzio-inadempimento deve essere dichiarato improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse, con condanna della pubblica amministrazione al pagamento delle spese processuali, tenuto conto della risalente data di presentazione dell'istanza di autorizzazione unica, ai sensi dell'art. 12 del d.lgs. n. 387/2003. Il principio di diritto affermato mira a garantire l'effettività della tutela giurisdizionale del privato, bilanciando l'interesse di quest'ultimo a ottenere una pronuncia sul merito della sua istanza con l'esigenza di evitare un inutile dispendio di attività processuale a fronte del venir meno dell'interesse originario a seguito dell'adozione di atti endoprocedimentali. Tale soluzione, inoltre, incentiva la pubblica amministrazione a concludere tempestivamente i procedimenti amministrativi, nel rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità sanciti dall'art. 97 della Costituzione.