Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 34370 del 23 settembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:34370PEN

Massima

Il quantitativo di sostanza stupefacente, valutato in relazione alla sua qualità e purezza, costituisce elemento essenziale per l'integrazione dell'aggravante della "ingente quantità", la quale esprime un significato oggettivo riferito all'eccezionale dimensione del carico rispetto alle usuali transazioni del mercato clandestino. Pertanto, quantitativi di droghe "pesanti" superiori ai due chilogrammi e di droghe "leggere" superiori ai cinquanta chilogrammi, tenuto conto del grado medio di purezza, possono ritenersi "ingenti" ai fini dell'applicazione dell'aggravante, in quanto idonei a soddisfare un numero elevato di consumatori finali e, dunque, a determinare un accresciuto pericolo per la salute pubblica. Tuttavia, il divieto di reformatio in pejus impone che, in sede di appello, la pena base non possa essere aumentata rispetto a quella stabilita in primo grado, anche quando siano state riconosciute circostanze attenuanti equivalenti o prevalenti rispetto all'aggravante originariamente applicata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - rel. Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) HA. HI. , N. IL (OMESSO);

2) FA. AZ. , N. IL (OMESSO);

3) DA. RA. , N. IL (OMESSO);

4) CH. AH. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1153/2009 CORTE APPELLO di VENEZIA, del 23/11/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 22/06/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ARTURO CORTESE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento con rinvio limitat…

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