Cassazione penale Sez. III sentenza n. 10098 del 8 marzo 2024

ECLI:IT:CASS:2024:10098PEN

Massima

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Il giudice può disporre la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di un indagato per reati di natura sessuale commessi in danno di minori, anche quando le condotte illecite non riguardino direttamente la vittima individuata, purché sussistano gravi indizi di colpevolezza e concreti e specifici elementi che facciano ritenere attuale il pericolo di reiterazione del reato della stessa specie. A tal fine, il giudice non è tenuto a verificare la mera distanza fisica tra l'abitazione dell'indagato e quella della persona offesa, essendo sufficiente valutare la concreta capacità dell'indagato di entrare in contatto con minori e la sua incapacità di autocontrollo, anche in relazione a precedenti condotte illecite. La valutazione della gravità indiziaria e delle esigenze cautelari non è inficiata dalla circostanza che alcuni atti di indagine siano stati compiuti oltre il termine massimo delle indagini preliminari, purché il complessivo quadro probatorio risulti comunque idoneo a giustificare l'applicazione della misura cautelare. Inoltre, la contestazione di circostanze aggravanti che comportano un aumento di pena oltre la soglia di tre anni di reclusione prevista per il reato base, rende applicabile la misura cautelare della custodia in carcere, anche quando per il reato contestato a titolo principale sia prevista una pena inferiore a tale limite.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta da

Dott. SARNO Giulio - Presidente

Dott. DI STASI Antonella - Relatore

Dott. SEMERARO Luca - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

Dott. NOVIELLO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Fa.An., nato a G il Omissis
avverso l'ordinanza del 12/09/2023 del Tribunale di Milano
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
lette le richieste scritte del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilità del ricorso;
lette per l'imputato le conclusioni scritte dell'avv. Ch. Co. che ha concluso chiedendo l'accoglimento dei motivi di impugnazione.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza d…

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