Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La Corte di Cassazione, nell'esercizio del sindacato di legittimità sulla motivazione di una sentenza di merito, non può sostituire la propria valutazione delle risultanze probatorie a quella del giudice di merito, essendo preclusa la rilettura degli elementi di fatto posti a base della decisione, la cui valutazione è riservata in via esclusiva al giudice di secondo grado. Il controllo di legittimità è pertanto limitato alla verifica della mancanza o manifesta illogicità della motivazione, senza che possa integrare il vizio di illogicità la mera prospettazione di una diversa e più plausibile interpretazione delle prove. Tuttavia, la Corte di Cassazione è tenuta ad annullare la sentenza impugnata e rinviare per un nuovo giudizio sulla pena, qualora sia sopravvenuta una norma penale più favorevole al condannato, in applicazione del principio di retroattività della lex mitior sancito dall'articolo 2, comma 4, del codice penale.