Cassazione penale Sez. III sentenza n. 35991 del 4 ottobre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:35991PEN

Massima

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Il mancato avviso all'indagato della facoltà di farsi assistere da un difensore di fiducia, prima dell'esecuzione di accertamenti urgenti sulla persona, comporta l'inutilizzabilità degli esiti degli accertamenti stessi, salvo che l'indagato abbia comunque prestato il proprio consenso informato. Tuttavia, qualora il verbale di accertamento rechi l'indicazione espressa dell'avvenuto avviso all'indagato, l'eventuale contraria dichiarazione del verbalizzante non è sufficiente a inficiare la validità degli atti, in assenza di una querela di falso o di una denuncia per falso ideologico. In tali casi, il preteso errore di fatto lamentato dal ricorrente si configura come un vizio di valutazione delle risultanze processuali, non riconducibile all'ambito applicativo dell'art. 625-bis c.p.p. relativo alla correzione di errori materiali o di fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ANDREAZZA Gastone - Presidente

Dott. DI STASI Antonella - Consigliere

Dott. NOVIELLO Giuseppe - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessand - rel. Consigliere

Dott. SESSA Gennaro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte di cassazione del 17/12/2020;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione del consigliere Dr. ((omissis));
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), ai sensi del Decreto Legge n. 137 del 2020, articolo 23, comma 8, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 17 dicembr…

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