Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14274 del 26 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:14274PEN

Massima

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Il comportamento offensivo e minaccioso di un dipendente nei confronti di un superiore gerarchico, anche se espresso con tono scherzoso o in un contesto di confidenza, integra il reato di ingiuria e di minaccia, in quanto la valutazione del carattere offensivo e intimidatorio delle espressioni utilizzate deve essere effettuata tenendo conto del contesto in cui sono state pronunciate, del rapporto tra i soggetti coinvolti e delle circostanze concrete del caso. Il giudice, nel valutare la sussistenza del reato, deve considerare non solo il tenore letterale delle espressioni, ma anche l'effettivo livello di turbamento e timore prodotto nella persona offesa, senza che rilevi la pretesa natura goliardica o la mancanza di una reale volontà di nuocere. Pertanto, anche espressioni pronunciate in modo scherzoso o in un contesto di confidenza possono integrare il reato di ingiuria e di minaccia, qualora il giudice ritenga che abbiano effettivamente leso l'onore e la reputazione della persona offesa o ne abbiano provocato un ragionevole timore.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinan - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 67/2011 TRIBUNALE di ROMA, del 16/12/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 07/02/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FERDINANDO LIGNOLA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito per la parte civile l'Avv. (OMISSIS) in sostituzione dell'avv. (OMISSIS).

Udi…

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