Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3611 del 27 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:3611PEN

Massima

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Il giudizio di pericolosità sociale ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali nei confronti di soggetti ritenuti appartenenti ad associazioni di tipo mafioso non richiede una specifica motivazione in ordine all'attualità della pericolosità, una volta che l'appartenenza risulti adeguatamente dimostrata e non vi siano elementi dai quali desumere il recesso dell'interessato dall'ambiente criminale, essendo sufficiente il mero decorso del tempo dall'adesione al gruppo o dalla partecipazione alle attività associative. Inoltre, la correlazione temporale tra la ritenuta pericolosità qualificata del proposto e l'acquisizione dei beni oggetto di confisca può essere implicitamente desunta dalla motivazione del provvedimento che evidenzi le date in cui tale acquisizione è avvenuta, senza che sia necessaria un'espressa verifica di tale correlazione. Infine, i vizi di motivazione, come la mancata considerazione di specifiche produzioni difensive, non sono deducibili in sede di legittimità, essendo il sindacato di questa Corte limitato alla sola violazione di legge.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 3/4/2015 della Corte d'appello di Palermo;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
lette le conclusioni del Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. IZZO Gioacchino il quale ha richiesto che il ricorso venga dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il decreto impugnato la Corte d'appello di Palermo ha conferm…

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