Cassazione penale Sez. I sentenza n. 35240 del 24 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:35240PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La concessione dei benefici penitenziari, tra cui i permessi-premio, ai condannati per reati di criminalità organizzata è subordinata al requisito della collaborazione con la giustizia, salvo che non sia accertata l'impossibilità o l'irrilevanza di tale collaborazione per l'integrale ricostruzione dei fatti e l'assenza di collegamenti attuali con la criminalità organizzata. Il Legislatore, nel privilegiare le finalità di prevenzione generale e di tutela della sicurezza collettiva rispetto a quelle di rieducazione del condannato, ha inteso adottare una misura drastica per il contenimento del crimine organizzato, consentendo l'accesso ai benefici penitenziari solo a coloro che dimostrino una effettiva dissociazione dai contesti criminali di appartenenza. Pertanto, il giudice di sorveglianza, nel valutare l'istanza del detenuto, deve verificare la sussistenza di tali presupposti, senza che sia sufficiente la mera allegazione di una condotta carceraria regolare o dell'assenza di attuali collegamenti con la criminalità organizzata, ove non emerga una effettiva collaborazione o l'impossibilità di essa per l'integrale accertamento dei fatti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SARNO Giulio - Presidente

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. MANCUSO ((omissis)) - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - rel. Consigliere

Dott. COCOMELLO Assunta - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
Avverso l'ordinanza n. 3172/2016 del Tribunale di Sorveglianza di Roma in data 01/02/2018;
Visti gli atti e il ricorso;
Udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MINCHELLA Antonio;
Lette le conclusioni del Procuratore Generale, in persona del Dott. TOCCI Stefano, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza in data 01/02/2018 il Tribunale di Sorveglianza di Roma rigettava l'istanza avan…

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