Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16856 del 17 aprile 2019

ECLI:IT:CASS:2019:16856PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: Il reato di peculato si configura quando il pubblico ufficiale, abusando della sua posizione, si appropria indebitamente di denaro o altri beni che gli sono stati affidati in ragione del suo ufficio, anche se tale appropriazione avviene in più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e in tempi diversi. La responsabilità penale dell'imputato non viene meno per il solo fatto che l'importo versato corrisponda a quanto contenuto nelle buste consegnate, in quanto il peculato si realizza con l'indebita appropriazione di denaro, a prescindere dalla corrispondenza tra quanto consegnato e quanto versato. Inoltre, ai fini della configurabilità del reato, non rileva la valutazione delle allegazioni contabili dell'imputato in merito alle spese sostenute dall'ente, in quanto l'appropriazione indebita di denaro pubblico integra il reato di peculato a prescindere dalla destinazione data ai fondi sottratti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 21/12/2017 della Corte di appello di Brescia;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso l'inammissibilita' del ricorso;
uditi i difensori:
- avv. (OMISSIS), sostituto processuale dell'avvocato (OMISSIS) difensore della parte civile " (OMIS…

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