Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18810 del 2 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:18810PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, in materia di misure di prevenzione, può sindacare solo la violazione di legge, ivi compresa la mancanza o l'apparenza della motivazione, essendo precluso il controllo sulla logicità e coerenza della stessa, purché essa contenga le ragioni essenziali a sorreggere la decisione. Pertanto, il ricorso per cassazione è inammissibile quando le doglianze difensive risultano assorbite dalle argomentazioni poste a fondamento del provvedimento impugnato, ovvero quando la motivazione, pur non condivisa dal ricorrente, non sia manifestamente illogica o contraddittoria. La Corte di cassazione, in linea con il consolidato orientamento giurisprudenziale, afferma che in tema di misure di prevenzione il sindacato di legittimità è limitato alla sola violazione di legge, non potendo estendersi ai vizi di illogicità o contraddittorietà della motivazione, salvo il caso in cui questa risulti del tutto carente o meramente apparente. Pertanto, il ricorso per cassazione è inammissibile quando le doglianze difensive risultano già esaminate e disattese dal giudice di merito, la cui motivazione, pur non condivisa dal ricorrente, non presenta i suddetti vizi di manifesta illogicità o contraddittorietà. In tali ipotesi, il controllo di legittimità è precluso, in quanto il ricorso si risolve in una mera riproposizione di censure già disattese in sede di appello, senza alcun confronto critico con la motivazione del provvedimento impugnato. La Corte di cassazione, inoltre, precisa che l'inammissibilità del ricorso per carenza di interesse sopravvenuta, a seguito della confisca amministrativa dei beni oggetto della misura di prevenzione patrimoniale, non impedisce l'esame dei motivi di impugnazione relativi alla misura di prevenzione personale, la cui applicazione resta comunque sindacabile in sede di legittimità. Tuttavia, anche con riferimento a quest'ultima, il ricorso è inammissibile quando le doglianze difensive risultano meramente reiterative di quelle già disattese in appello, senza alcuna specifica critica alla motivazione del provvedimento impugnato. In conclusione, il giudice di legittimità, in materia di misure di prevenzione, è tenuto a verificare esclusivamente la sussistenza di eventuali vizi di violazione di legge, ivi compresa la mancanza o l'apparenza della motivazione, essendo precluso il sindacato sulla logicità e coerenza della stessa, purché essa contenga le ragioni essenziali a sorreggere la decisione. Il ricorso per cassazione è pertanto inammissibile quando le doglianze difensive risultano assorbite dalle argomentazioni del provvedimento impugnato o meramente reiterative di quelle già disattese in sede di appello, senza alcun confronto critico con la motivazione del provvedimento stesso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfred - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso il decreto del 15/03/2017 della CORTE APPELLO di TORINO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. GUARDIANO ALFREDO;
lette le conclusioni del P.G. Dott. ANIELLO R. per l'inammissibilita'.
FATTO E DIRITTO
1. Con il decreto di cui in epigrafe la corte di appello di Torino riformava solo parzialmente il pro…

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