Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14221 del 8 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:14221PEN

Massima

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L'attività di agente provocatore posta in essere da un privato cittadino, al di fuori dei casi previsti dalla legge, non rientra nell'adempimento di un dovere di polizia giudiziaria e pertanto non può essere esclusa la responsabilità penale di tale soggetto, in quanto l'obbligo di perseguire i reati non legittima la suscitazione di condotte criminose al fine di arrestarne gli autori. Tuttavia, il giudice di merito può ritenere non sufficientemente provata, ai fini di un giudizio di colpevolezza, l'attività di istigazione al reato svolta dall'agente provocatore, qualora le risultanze probatorie non appaiano idonee a sostenere l'accusa in dibattimento. Diversamente, per i reati connessi all'utilizzo indebito di carte di credito donate, il giudice di merito può legittimamente escludere la sussistenza di elementi probatori adeguati e suscettibili di integrazione in sede dibattimentale, senza che ciò integri un vizio di motivazione censurabile in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTELLA Mario - Presidente

Dott. MARASCA Gennaro - rel. Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PMT PRESSO TRIBUNALE DI VELLETRI;

nei confronti di:

1) CA. VI. N. IL (OMESSO) C/;

avverso la sentenza n. 12384/2004 GIP TRIBUNALE di VELLETRI, del 13/11/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GENNARO MARASCA;

udito il P.M. in persona del Dott. STABILE Carmine che ha concluso per l'annullamento della sentenza impugnata.

La Corte di Cassazione:

OSSERVA

Il presente proce…

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