La dichiarazione sostitutiva di certificazione, anche se priva di firma autentica, costituisce atto pubblico ai sensi del D.P.R. n. 445/2000, art. 76, comma 3, e pertanto la falsa attestazione in essa contenuta integra il reato di falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico, di cui all'art. 483 c.p., e non il meno grave reato di cui all'art. 498 c.p. (usurpazione di titoli o di onori). Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 483 c.p., è sufficiente l'apparenza della dichiarazione come proveniente dal suo autore e la consapevolezza di quest'ultimo in ordine all'apposizione di una firma falsa nel suo interesse, a prescindere dalla effettiva conoscenza o meno della volontà di falsificazione da parte del dichiarante. La pena per il reato di falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico deve essere determinata in relazione al minimo edittale vigente al momento della commissione del fatto, senza applicare retroattivamente il successivo inasprimento sanzionatorio.