Cassazione penale Sez. II sentenza n. 37137 del 30 settembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:37137PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione di un provvedimento cautelare, non può riesaminare il merito della decisione né valutare la sufficienza e la razionalità della motivazione sulle questioni di fatto, ma deve limitarsi a verificare che il testo del provvedimento contenga l'esposizione delle ragioni giuridicamente significative che lo hanno determinato e non presenti illogicità evidenti. Pertanto, la valutazione degli indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari rientra nell'esclusiva competenza del giudice del merito, il cui apprezzamento è incensurabile in sede di legittimità, salvo che non risulti "prima facie" dal testo del provvedimento impugnato una manifesta illogicità o incongruenza dell'apparato argomentativo. Inoltre, in tema di scelta e adeguatezza delle misure cautelari, ai fini della motivazione del provvedimento di custodia in carcere non è necessaria un'analitica dimostrazione delle ragioni che rendono inadeguata ogni altra misura, essendo sufficiente che il giudice indichi, con argomenti logico-giuridici tratti dalla natura e dalle modalità di commissione dei reati nonché dalla personalità dell'indagato, gli elementi specifici che, nella singola fattispecie, fanno ragionevolmente ritenere la custodia in carcere come la misura più adeguata ad impedire la prosecuzione dell'attività criminosa, rimanendo in tal modo superata e assorbita l'ulteriore dimostrazione dell'inidoneità delle subordinate misure cautelari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. MONASTERO Francesco - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. MELIADO' Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PA. Lu., nato a (OMESSO);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Milano, in data 11.4.2008,

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. Davigo Piercamillo;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dott. STABILE Carmine, il quale ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.

Osserva:

MOTIVI DELLA DECISIONE

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