Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 13848 del 1 aprile 2015

ECLI:IT:CASS:2015:13848PEN

Massima

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Il reato di turbata libertà degli incanti (art. 353 bis c.p.) si configura quando, in una fase antecedente all'indizione della gara pubblica, vi siano condotte di condizionamento e collusione tra il pubblico ufficiale e il privato interessato, volte a predeterminare l'esito della procedura di scelta del contraente, anche attraverso la fittizia riduzione del valore dei lavori al di sotto della soglia che imporrebbe il ricorso a procedure più trasparenti. Tali condotte, ancorché non abbiano ancora prodotto l'effettivo sviamento della procedura amministrativa, integrano il reato di pericolo in esame, in quanto idonee a compromettere il corretto svolgimento del procedimento di evidenza pubblica. Ai fini della configurabilità del reato, è sufficiente la prova della collusione tra il pubblico ufficiale e il privato, desumibile anche dalla sussistenza di un rapporto sentimentale tra gli stessi, nonché dalla presenza di contatti e di una conoscenza diretta degli atti del procedimento da parte del privato, a prescindere dall'effettiva incidenza di tali condotte sull'esito finale della gara. Inoltre, il reato di falso ideologico in atto pubblico (art. 479 c.p.) può essere integrato dalla redazione di un provvedimento amministrativo che, pur formalmente corretto, ometta di considerare pareri tecnici contrari, senza fornire adeguata motivazione. Infine, il reato di turbativa d'asta (art. 353 c.p.) può configurarsi anche in assenza di un obbligo normativo di astensione, qualora sussistano gravi ragioni di convenienza, come il rapporto sentimentale tra il pubblico ufficiale e il privato interessato, che impongano comunque l'astensione del funzionario dalle procedure di affidamento. Tali condotte, caratterizzate dalla reiterazione e dalla scarsa considerazione dell'interesse pubblico, giustificano l'applicazione di misure cautelari, anche in assenza di una condanna definitiva, in ragione del concreto e attuale pericolo di reiterazione dei reati, in considerazione della persistenza delle condizioni che hanno determinato la loro commissione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. BASSI Alessandr - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. (OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 13/11/2014 del Tribunale di Palermo visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal componente Dott. PETRUZZELLIS Anna;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. CANEVELLI Paolo, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;

udito l'avv. (OMISSIS), che si e' riportato al ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1…

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