Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21283 del 4 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:21283PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere non può essere configurato sulla base di semplici episodi di furto, anche se ripetuti, senza la dimostrazione di un accordo diretto alla realizzazione di un programma criminoso più ampio e strutturato, con una ripartizione dei ruoli e dei proventi illeciti tra i partecipi. La mera commissione di reati-scopo in un ristretto arco temporale, senza elementi che comprovino l'esistenza di una stabile organizzazione e di un vincolo associativo, non è sufficiente a integrare gli estremi del delitto di cui all'art. 416 c.p. Pertanto, in assenza di gravi indizi in tal senso, non può essere applicata la misura cautelare personale per il reato di associazione per delinquere, essendo configurabile al più un concorso continuato in delitti di furto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. MARASCA Genna - rel. Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PMT PRESSO TRIBUNALE DI GENOVA;

nei confronti di:

1) AV. LO. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 638/2009 TRIB. LIBERTA' di GENOVA, del 01/10/2009;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Dr. D'Angelo Giovanni, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

La Corte di Cassazione:

OSSERVA

L'analisi, compiuta anche a mezzo di un consulente tecnico, di alcune vide…

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