Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Anche nelle concessioni di servizi pubblici, la scelta del concessionario deve avvenire nel rispetto dei principi desumibili dal Trattato e dei principi generali relativi ai contratti pubblici, in particolare dei principi di trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento e proporzionalità, con predeterminazione dei criteri selettivi. Ciò vale anche quando i lavori siano strumentali alla concessione di servizi e diretti a realizzare opere pubbliche che diventano di proprietà dell'amministrazione aggiudicatrice, in quanto in tali ipotesi il codice dei contratti pubblici trova integrale applicazione, sia quando i lavori siano eseguiti dagli stessi concessionari, sia quando questi ultimi operino come stazione appaltante. L'amministrazione è pertanto tenuta a predisporre preventivamente uno studio di fattibilità e la progettazione preliminare dell'opera pubblica, al fine di delinearne le caratteristiche funzionali, tecniche, gestionali ed economiche, nonché di verificare i vincoli ambientali, storici, archeologici e paesaggistici interferenti, senza poter rimettere tali attività ai concorrenti. L'annullamento in autotutela della procedura di gara è legittimo quando l'amministrazione abbia motivato adeguatamente in ordine alle ragioni di pubblico interesse sottese, al bilanciamento con l'interesse privato al mantenimento dell'efficacia dell'atto e al rispetto del termine ragionevole per l'adozione del provvedimento di secondo grado. In tal caso, il privato partecipante ha diritto al risarcimento del solo danno da responsabilità precontrattuale, costituito dalle spese inutilmente sostenute per la partecipazione alla gara, non essendo provato il danno da lucro cessante.