Cassazione penale Sez. V sentenza n. 37143 del 8 ottobre 2024

ECLI:IT:CASS:2024:37143PEN

Massima

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Il reato di minaccia si configura quando la condotta dell'agente, anche se espressa in modo generico e indeterminato, è oggettivamente idonea a limitare la libertà psichica della vittima, ingenerando in quest'ultima il timore di subire un male ingiusto, senza che sia necessario l'effettivo verificarsi di uno stato di intimidazione. L'idoneità della minaccia a suscitare un effetto intimidatorio deve essere valutata in relazione al contesto fattuale e alle caratteristiche personali dell'autore del reato, a prescindere dalla reazione concreta della persona offesa, la quale potrebbe anche non aver avvertito un effettivo stato di paura. Pertanto, la mera prospettazione di un male ingiusto, anche se pronunciata in un contesto di pregressi contrasti e abituali invettive tra le parti, è sufficiente a integrare il reato di minaccia, purché tale prospettazione sia oggettivamente idonea a limitare la libertà psichica del destinatario. Il giudice di merito gode di ampi poteri istruttori nel giudizio di appello, potendo disporre la rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale qualora la ricostruzione del fatto risulti incompleta e sia necessaria per accertare la responsabilità dell'imputato oltre ogni ragionevole dubbio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta da

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Relatore

Dott. CIRILLO Pierangelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da
Tr.Bi. nato a P il (Omissis)
avverso la sentenza del 08/11/2023 del TRIBUNALE di CATANIA visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere MATILDE BRANCACCIO;
letta la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale FRANCESCA CERONI che ha concluso chiedendo l'inammissibilità del ricorso
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento impugnato, il Tribunale di Catania, quale giudice d'appello, ha confermato la sentenza di primo grado con cui Tr.Bi. è stato condannato alla pena di 250 Euro di multa, oltre…

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