Cassazione penale Sez. II sentenza n. 7557 del 18 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:7557PEN

Massima

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Il dolo nella ricettazione può essere desunto dalla mancata indicazione della provenienza lecita del bene, dalla rilevanza economica dello stesso e dalla condotta complessiva dell'imputato, senza che sia necessaria la prova diretta della sua consapevolezza della illiceità della provenienza; inoltre, la particolare tenuità del fatto, quale circostanza attenuante del reato di ricettazione, deve essere valutata complessivamente in relazione alle modalità dell'azione, alla personalità dell'imputato e al valore economico del bene ricettato, non potendosi ritenere sussistente in caso di importo non trascurabile del titolo di credito, di precedenti penali specifici dell'imputato e di condotta truffaldina dello stesso nei confronti di persona a lui nota.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - rel. Consigliere

Dott. LOMBARDO ((omissis)) - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 5643/2008 CORTE APPELLO di MILANO, del 17/12/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 06/02/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ENZO IANNELLI;

Letti gli atti, la ordinanza impugnata, i ricorsi;

Udita la relazione del cons. ((omissis));

Udite le conclusioni del S. Procuratore generale, ((omissis)), per il rigetto del ricorso.

OSSERVA

1 - (OM…

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