Cassazione penale Sez. V sentenza n. 705 del 11 gennaio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:705PEN

Massima

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Il giornalista che pubblica un articolo contenente affermazioni lesive della reputazione di una persona, senza avere acquisito con la dovuta diligenza elementi di prova certi circa la veridicità dei fatti riportati, commette il reato di diffamazione, anche se la persona offesa rimette successivamente la querela, in quanto l'accertamento della verità dei fatti costituisce un dovere deontologico e giuridico del professionista dell'informazione, a tutela del diritto di cronaca e della libertà di stampa. Tuttavia, l'estinzione del reato per remissione di querela, in assenza di prova evidente dell'innocenza dell'imputato, comporta l'annullamento della sentenza di condanna, con conseguente addebito delle spese processuali a carico della persona offesa che ha rimesso la querela, in applicazione del principio di responsabilità per le conseguenze della propria azione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTELLA Mario - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giaco - Consigliere

Dott. DE BERNARINIS Silvana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

HA. Da. , nata il (OMESSO);

avverso la Sentenza della Corte d'Appello di Roma del 21.1.2009:

sentita la Relazione svolta dal Cons. Dr. Gian Giacomo Sandrelli;

E' presente l'avv. Mazza del Foro di Roma, in sostituzione dell'avv. Carlo Federico Grosso, giusta delega gia' in atti.

Sentite le requisitorie del Procuratore Generale (nella persona del Cons. Aurelio Galasso) che ha chiesto l'annullamento senza rinvio perche' il reato e'…

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