Il Comune, in presenza di opere edilizie abusive, è tenuto a emettere un ordine di demolizione e, in caso di mancata ottemperanza spontanea, può procedere all'acquisizione gratuita di tali opere e dell'area di sedime al patrimonio comunale. Tale acquisizione, quale ulteriore sanzione edilizia, è atto dovuto, privo di contenuto discrezionale, e non può essere messa in discussione se non per vizi suoi propri, purché l'ordine di demolizione non sia stato tempestivamente impugnato. L'atto di acquisizione deve individuare in modo chiaro e puntuale il bene e l'area di sedime oggetto del provvedimento, senza necessità di ulteriori indicazioni specifiche oltre a quelle già contenute nell'ordine di demolizione, essendo sufficiente il riferimento all'individuazione catastale delle particelle interessate. Il proprietario che non abbia tempestivamente impugnato l'ordine di demolizione non può contestare l'acquisizione se non per vizi propri di quest'ultimo atto, non potendo rimettere in discussione la legittimità dell'ordine di demolizione ormai divenuto definitivo. Inoltre, il decorso del termine di settanta giorni dalla presentazione dell'istanza di accertamento di conformità, senza che l'amministrazione si sia pronunciata, comporta la formazione del silenzio-rigetto, il quale deve essere tempestivamente impugnato dal proprietario, a pena di inammissibilità del ricorso avverso i successivi provvedimenti repressivi adottati.