Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: Il punteggio attribuito in una selezione pubblica per l'affidamento di un servizio deve essere adeguatamente motivato, anche in relazione al confronto tra i diversi concorrenti, al fine di garantire il rispetto dei principi di imparzialità e parità di trattamento. Tuttavia, l'eventuale insufficienza motivazionale o disparità di trattamento nell'attribuzione dei punteggi non determina l'annullamento dell'aggiudicazione se il concorrente ricorrente non avrebbe comunque conseguito l'aggiudicazione per la migliore posizione in graduatoria del concorrente controinteressato. In tal caso, difetta l'interesse al ricorso in capo al concorrente ricorrente. La massima giuridica sintetizza i seguenti principi e argomentazioni presenti nella sentenza: 1. L'obbligo di adeguata motivazione nell'attribuzione dei punteggi in una selezione pubblica, al fine di garantire i principi di imparzialità e parità di trattamento tra i concorrenti. 2. La possibilità di riscontrare vizi motivazionali o disparità di trattamento nell'attribuzione dei punteggi, senza che ciò determini necessariamente l'annullamento dell'aggiudicazione. 3. Il difetto di interesse al ricorso del concorrente ricorrente qualora, anche in presenza di vizi motivazionali o disparità di trattamento, il concorrente controinteressato conservi comunque una migliore posizione in graduatoria. 4. Il principio per cui l'annullamento dell'aggiudicazione è precluso dall'assenza di interesse del ricorrente, in quanto il miglioramento del suo punteggio non gli avrebbe comunque consentito di conseguire l'aggiudicazione. La massima è formulata in modo chiaro, astratto e conciso, utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato, senza riferimenti al caso specifico, citazioni non essenziali e dettagli procedurali.