Cassazione penale Sez. II sentenza n. 19923 del 26 aprile 2017

ECLI:IT:CASS:2017:19923PEN

Massima

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Il delitto di truffa contrattuale si configura quando l'agente pone in essere artifici e raggiri al momento della conclusione del negozio giuridico, inducendo in errore il soggetto passivo e determinandolo a prestare un consenso che altrimenti non avrebbe dato. L'elemento che imprime al fatto della inadempienza il carattere di reato è costituito dal dolo iniziale, ossia quello che, influendo sulla volontà negoziale di uno dei contraenti, rivela nel contratto la sua intima natura di finalità ingannatoria. Pertanto, la successiva inadempienza non costituisce un mero illecito civile, ma la conclusione dell'attività criminosa. Ai fini della configurabilità del reato, è irrilevante che l'imputato si trovasse in stato di detenzione al momento della condotta, in quanto egli ben avrebbe potuto concorrere nell'attività truffaldina anche dalla propria abitazione o prima dell'arresto, nonché attivarsi per restituire il denaro accreditato sulla sua carta di credito in ragione dell'impossibilità sopravvenuta di consegnare il bene. Inoltre, la mera intestazione della carta di credito utilizzata per il pagamento, in assenza di prova contraria fornita dall'imputato, è sufficiente a desumere la sua consapevolezza e disponibilità della stessa, integrando il concorso nel reato di truffa. Infine, il danno cagionato alla vittima, pari a 250 euro, non può essere considerato di speciale tenuità, in quanto il pregiudizio deve essere lievissimo e di valore economico pressochè irrilevante per l'applicazione di tale circostanza attenuante.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. TADDEI M. - Consigliere

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - rel. Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 06/10/2015 la Corte di Appello dí Caltanissetta;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 06/10/2015 la Corte di Appello di C…

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