Il giudice di sorveglianza, nel valutare la concessione di permessi premio a detenuti per reati ostativi di cui all'art. 4-bis, comma 1, ord. pen. in assenza di collaborazione con la giustizia, è tenuto a compiere un esame concreto degli elementi individualizzanti del percorso rieducativo compiuto dal condannato, al fine di verificare l'attuale assenza di collegamenti con la criminalità organizzata e il pericolo del loro ripristino, senza limitarsi alla mera valutazione della gravità dei reati commessi e della persistente protesta di innocenza del detenuto. Ciò in quanto, pur in presenza di una presunzione relativa di perdurante pericolosità, il giudice deve valutare in concreto gli elementi positivi della condotta intramuraria, della partecipazione al trattamento rieducativo e di ogni altro fattore indicativo di un effettivo distacco dal contesto criminale, bilanciandoli con la gravità dei reati, in un'ottica dinamica di recupero e risocializzazione del condannato, senza svilire la funzione rieducativa della pena in ragione della sola gravità dei fatti commessi.