La delimitazione di una zona di interesse archeologico, effettuata nell'ambito del procedimento di elaborazione del Piano Paesaggistico Regionale, costituisce un atto meramente preparatorio e non produce effetti prodromici di cui all'art. 143, comma 9, del d.lgs. n. 42/2004, in quanto la sua efficacia è subordinata al completamento dell'intero iter di pianificazione paesaggistica. Pertanto, tale atto non è idoneo a determinare un pregiudizio attuale e concreto per il privato che intenda realizzare un progetto in quell'area, non essendo ancora stata adottata la definitiva disciplina paesaggistica. Di conseguenza, il ricorso avverso tale atto preparatorio è dichiarato inammissibile per difetto di interesse, in quanto l'impugnazione non risulta diretta contro un provvedimento che incida immediatamente sulla sfera giuridica del ricorrente. Inoltre, la nota della Soprintendenza che segnala la pendenza di procedimenti per l'apposizione di vincoli paesaggistici e archeologici sull'area interessata dal progetto, non costituisce una determinazione conclusiva del procedimento, né determina alcun blocco procedimentale, essendo riservata alla stessa Soprintendenza la facoltà di esprimere il proprio parere nell'ambito della conferenza di servizi per il rilascio dell'Autorizzazione Unica Regionale.