Cassazione penale Sez. II sentenza n. 40909 del 12 ottobre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:40909PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il reato di usura è compatibile con l'aggravante del metodo mafioso di cui all'art. 7 della Legge n. 203 del 1991, in quanto ciò che rileva ai fini della configurabilità di tale circostanza aggravante è l'utilizzo, da parte dell'autore del reato, della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, esplicitamente o implicitamente, al momento della condotta delittuosa, a prescindere dal consenso della vittima di relazionarsi con un soggetto appartenente ad un'associazione di stampo mafioso. Il delitto di usura si configura come reato a condotta frazionata o a consumazione prolungata, in quanto i pagamenti effettuati dalla persona offesa in esecuzione del patto usurario compongono il fatto lesivo penalmente rilevante, di cui segnano il momento consumativo sostanziale, e non sono qualificabili come "post factum" non punibile dell'illecita pattuizione. Pertanto, l'aggravante del metodo mafioso può essere correttamente applicata anche al reato di usura, qualora il quadro probatorio emerso individui una serie di comportamenti violenti posti in essere nei confronti della parte offesa e dei suoi familiari, che denotino in maniera inequivoca l'uso del metodo mafioso. L'usura e l'estorsione, quando contestate al medesimo soggetto, sono espressione del medesimo disegno criminoso, sicché l'aggravante in parola può essere correttamente applicata in relazione ad entrambi i reati. La determinazione della pena, in presenza di tali circostanze aggravanti, deve tenere conto del considerevole disvalore penale e sociale delle condotte, tale da non poter essere coperto da oblio per effetto della benevolenza innominata, giustificata da confessione rilevante, ma del pari "meditata". Inoltre, la confisca della somma di denaro in sequestro, ai sensi dell'art. 12-sexies della Legge n. 356 del 1992, può essere disposta qualora tale somma non risulti giustificata in relazione al reddito dell'imputato e del suo nucleo familiare, a prescindere da ulteriori considerazioni sulla probabile finalità delittuosa dell'uso di tale denaro.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. GALLO Domenico - rel. Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza 14/4/2014 della Corte d'appello di Napoli, 3 sezione penale;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Domenico Gallo;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, DI NARDO Marilia, che ha concluso per l'annullamento con rinvio per quanto riguarda la confisca; rigetto nel resto;
udito per l'imputato, l'avv. (OMISSIS) e l'avv. (OMIS…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.