Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 3239 del 26 gennaio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:3239PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che si appropria di denaro o altra cosa mobile di cui abbia la disponibilità giuridica o di fatto per ragione del suo ufficio o servizio, commette il reato di peculato, anche qualora la disponibilità del bene faccia capo congiuntamente a più soggetti qualificati e l'agente, attraverso condotte fraudolente finalizzate a occultare l'appropriazione, induca uno di essi a compiere l'atto di disposizione di sua competenza. In tale ipotesi, il profilo fraudolento della condotta ha l'unica finalità di mascherare la commissione dell'illecito e non di procurarsi il possesso del bene, sicché non ricorre il reato di truffa aggravata. Il possesso penalmente rilevante ai fini del peculato implica la possibilità di disporre comunque del denaro o della cosa mobile altrui, sia per effetto della funzione giuridica esplicata dall'agente nell'ambito della Pubblica Amministrazione, sia in virtù di una situazione di fatto, sempre che l'una o l'altra si ricolleghi comunque all'ufficio o al servizio cui il pubblico ufficiale o l'incaricato è rispettivamente preposto anche in dipendenza di una prassi più o meno ortodossa o di una tollerata attività di fatto. Pertanto, il peculato sussiste anche quando il soggetto agente, pur non essendo formalmente titolare del potere di spesa, abbia l'effettiva gestione di fatto del denaro pubblico, in forza di una delega fiduciaria conferitagli dal dirigente competente, che gli consenta di incidere sulla destinazione del bene, distogliendolo dal fine tutelato dall'ordinamento e dirottandolo indebitamente verso una finalità propria o di altri soggetti privati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio Felice - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. MILO Nicola - rel. Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 853/2009 CORTE APPELLO di CAGLIARI, del 21/09/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 22/09/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. NICOLA MILO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Fodaroni M. Giuseppina che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per la rideterminazione della pena commessi fino al 22.3.1990, e con…

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