Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20996 del 23 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:20996PEN

Massima

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Il reato di truffa e contraffazione di assegno bancario non è prescritto se il ricorso per cassazione è dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza dei motivi, in quanto l'inammissibilità originaria del ricorso preclude la valutazione del decorso dei termini prescrizionali, anche se maturati successivamente alla sentenza impugnata. In tali casi, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende, in ragione delle questioni dedotte e dell'irritualità dell'impugnazione. La motivazione della sentenza di appello, che ha precisato come nessuno dei testimoni avesse affermato che l'assegno fosse stato compilato in ogni sua parte dall'imputato, non presenta contraddittorietà o illogicità rispetto alle conclusioni del consulente calligrafico del pubblico ministero, il quale aveva accertato che solo alcune aggiunte sulla cifra erano state apposte dall'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriel - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO P. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1515/2008 CORTE APPELLO di MESSINA, del 17/09/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/04/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, Dott. DELEHAYE Enrico, ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) propone ri…

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