Cassazione penale Sez. III sentenza n. 17727 del 6 maggio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:17727PEN

Massima

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Il reato di violenza sessuale aggravata e continuata commesso da un soggetto nei confronti di una persona minorenne o maggiorenne, con la quale sussista una relazione di convivenza o di affidamento per ragioni di cura, educazione, istruzione, vigilanza o custodia, è procedibile d'ufficio ai sensi dell'art. 609-septies, comma 4, n. 2 c.p., indipendentemente dall'età della vittima al momento della commissione dei fatti, in quanto la norma prescinde dall'età della persona offesa e si fonda sull'abuso della particolare condizione di inferiorità psichica e di dipendenza della vittima, strumentalmente sfruttata dall'autore del reato. Tali condotte, inoltre, possono trovare riscontro probatorio non solo nelle dichiarazioni della persona offesa, ma anche in elementi di natura testimoniale, documentale e peritale, che dimostrino lo stato di profondo disagio e malessere della vittima, compatibile con gli abusi subiti, nonché l'atteggiamento manipolativo e strumentale dell'imputato, volto a superare le resistenze della vittima anche quando questa abbia raggiunto la maggiore età. In tale contesto, la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche può ritenersi adeguatamente motivata, in ragione della particolare gravità e reiterazione delle condotte, della mancanza di qualsivoglia ravvedimento da parte dell'imputato e dell'insufficienza del risarcimento offerto, non idoneo a integrare la circostanza attenuante di cui all'art. 62, n. 6 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta da:

Dott. GALTERIO Donatella - Presidente

Dott. DI STASI Antonella - Consigliere

Dott. REYNAUD ((omissis)) - Consigliere

Dott. MENGONI Enrico - Relatore

Dott. ANDRONIO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Pr.Mi., nato a M il (Omissis);
avverso la sentenza del 4/5/2023 della Corte di appello di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
sentita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha chiesto dichiarare inammissibile il ricorso;
lette le conclusioni del difensore delle parti civili, Avv. An.Ca., che ha chiesto dichiarare inammissibile o rigettare il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 4/5/2023, la C…

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