Il mutamento di destinazione d'uso di un immobile, anche se realizzato senza opere, costituisce una variazione essenziale al progetto originariamente approvato e, pertanto, richiede il rilascio di un apposito titolo edilizio, quale la concessione edilizia o il permesso di costruire. Tale obbligo discende dalla previsione normativa contenuta nell'art. 8, comma 1, lett. a) della L. n. 47/1985, successivamente trasfusa nell'art. 32, comma 1, lett. a) del D.P.R. n. 380/2001, in base alla quale il mutamento di destinazione d'uso che implica variazione degli standard urbanistici previsti dalla normativa vigente è da considerarsi una variazione essenziale al progetto approvato, soggetta a titolo edilizio. La necessità del titolo edilizio per il mutamento di destinazione d'uso non viene meno nemmeno in presenza di una diversa previsione normativa regionale, come l'art. 7 della L.R. n. 36/1987, che assoggettava a semplice autorizzazione o concessione edilizia qualsiasi mutamento di destinazione d'uso, in quanto tale disciplina regionale non può derogare al principio generale di rilevanza urbanistica del mutamento di destinazione d'uso, sancito dalla normativa statale. L'ordinanza con cui l'amministrazione comunale ingiunge la demolizione di opere realizzate in assenza del prescritto titolo edilizio per il mutamento di destinazione d'uso, anche se adottata a distanza di tempo dalla realizzazione dell'abuso, non richiede una motivazione particolarmente circostanziata, essendo sufficiente il mero richiamo agli atti istruttori che hanno accertato la violazione, in quanto trattasi di provvedimento vincolato e rigidamente ancorato al ricorrere dei relativi presupposti di fatto e di diritto.