Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 22429 del 8 giugno 2022

ECLI:IT:CASS:2022:22429PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, accetta utilità patrimoniali dal privato e compie atti contrari ai doveri d'ufficio, orientando la propria azione amministrativa a favore degli interessi del corruttore, commette il reato di corruzione. Tuttavia, la valutazione della adeguatezza e proporzionalità della misura cautelare detentiva deve tenere conto non solo della gravità delle condotte contestate, ma anche della loro collocazione temporale, al fine di evitare che l'applicazione della misura carceraria si risolva in una anticipazione di pena. Pertanto, pur essendo necessaria una misura cautelare per il concreto pericolo di reiterazione del reato, il giudice deve verificare se, in relazione all'epoca di commissione dei fatti, non possa ritenersi sufficiente una misura meno afflittiva, come gli arresti domiciliari con eventuali presidi elettronici e limitazioni nelle comunicazioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. VILLONI Orland - rel. Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

Dott. DI GERONIMO Paolo - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 129/22 del Tribunale di Torino del 04/03/2022;
letti gli atti, il ricorso e l'ordinanza impugnata;
udita la relazione del Consigliere VILLONI Orlando;
letta la requisitoria scritta del pubblico ministero in persona del Sostituto Procuratore generale VENEGONI Andrea, che ha concluso per il rigetto.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza impugnata il Tribunale di Torino ha respinto l'istanza di riesame proposta …

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