Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24057 del 12 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:24057PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La provocazione, quale causa di esclusione o diminuzione della punibilità ai sensi dell'art. 599 c.p., richiede che vi sia un nesso di causalità tra il fatto provocatorio e la reazione iraconda dell'agente, tale da escludere in concreto la sussistenza di un motivo futile ex art. 61 c.p., n. 1. Pertanto, qualora il giudice accerti che il comportamento dell'imputato, pur essendo stato provocatorio, non abbia determinato in modo causale la sua reazione offensiva, ma sia piuttosto riconducibile al suo carattere iracondo e poco educato, l'esimente della provocazione non può trovare applicazione. In tali casi, il giudice deve escludere in radice l'invocabilità della scusante di cui all'art. 599 c.p., in quanto il fatto provocatorio costituisce un mero pretesto per dare sfogo a prepotenza, tracotanza e malvagità d'animo dell'agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BU. AN. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 29/03/2007 TRIBUNALE di CHIETI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. DIDONE ANTONIO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Monetti Vito che ha concluso per il rigetto del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Bu. An. ricorre per cassazione contro la sentenza del Tribunale di Chieti che ne ha confermato la condanna alla pena di gius…

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