Cassazione penale Sez. I sentenza n. 31215 del 17 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:31215PEN

Massima

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Il dolo di tentato omicidio può essere legittimamente desunto dalle modalità e circostanze concrete dell'azione, quali la reiterazione degli spari dopo un primo tentativo andato a vuoto, la direzione del colpo verso una zona vitale del corpo della vittima, l'utilizzo di un'arma da fuoco e la breve distanza di sparo, a prescindere dal calibro dell'arma impiegata, in quanto tali elementi sono idonei a dimostrare l'idoneità e la direzione inequivoca degli atti a cagionare la morte della persona offesa, integrando così la prova indiziaria dell'animus necandi a titolo quantomeno di dolo alternativo. Il giudice di legittimità non può sindacare la valutazione di merito compiuta dal giudice di merito in ordine alla sussistenza del dolo di tentato omicidio, essendo suo compito limitato al controllo della adeguatezza e congruenza logico-giuridica della motivazione dell'ordinanza impugnata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. NOVIK ((omissis)) - Consigliere

Dott. SANDRINI Enrico G. - rel. Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 3544/2014 TRIB. LIBERTA' di ROMA, del 05/01/2015;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ENRICO GIUSEPPE SANDRINI;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. GALLI Massimo che ha chiesto che il ricorso sia dichiarato inammissibile.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza pronunciata il 5.01.2015 il Tribunale di Roma, costituito ai sensi dell'articolo 309 cod. proc. pen., ha confermato l…

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