Cassazione penale Sez. II sentenza n. 5271 del 1 febbraio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:5271PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. è configurabile anche in relazione a piccole organizzazioni criminali, caratterizzate da un ridotto numero di partecipanti, purché le stesse siano in grado di sprigionare una concreta e attuale capacità di intimidazione, tale da indurre assoggettamento e omertà nelle vittime, anche in un ambito territoriale circoscritto. A tal fine, non è necessario che l'associazione si avvalga di specifici atti di violenza o minaccia, essendo sufficiente che i suoi membri compiano atti evocativi della loro forza criminale, idonei a generare nella collettività la percezione della loro pericolosità e della loro capacità di incutere timore. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 416-bis c.p., è irrilevante che la forza intimidatrice provenga originariamente dalla sola figura carismatica del capo dell'associazione, essendo sufficiente che tale capacità si sia poi trasmessa all'intero sodalizio, divenendone caratteristica essenziale e permanente, anche in assenza del suo promotore. Ciò si desume dalla prosecuzione delle attività illecite e dal persistente atteggiamento omertoso delle vittime, anche dopo l'arresto del capo, a dimostrazione del fatto che la forza di intimidazione è ormai divenuta patrimonio del gruppo criminale nel suo complesso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Presidente

Dott. FILIPPINI Stefano - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. CIANFROCCA P. - rel. Consigliere

Dott. PERROTTI Massimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PM di Salerno;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS);
contro la ordinanza del Tribunale della Liberta' di Salerno del 917.10.2018;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Pierluigi Cianfrocca;
udito il PM, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. Molino Pietro, che ha concluso per l'annullamento della ordinanza con rinvio al Tribunale di Salerno.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 9-17.…

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