Il diniego di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro autonomo può essere legittimamente disposto nei confronti dello straniero che abbia riportato condanne penali definitive per reati previsti dagli artt. 473, 474 e 648 c.p., in quanto tali condanne costituiscono, ai sensi dell'art. 26, comma 7-bis, del d.lgs. n. 286/1998, motivo ostativo al rinnovo del titolo di soggiorno. L'amministrazione, in tali casi, non è tenuta a valutare la pericolosità sociale dello straniero in concreto, essendo sufficiente il mero accertamento delle condanne penali ostative, in applicazione del principio di stretta legalità che permea la disciplina dell'immigrazione. Ciò anche in presenza di una successiva assunzione del richiedente in qualità di lavoratore dipendente, atteso che tale circostanza risulta in contraddizione con la richiesta di rinnovo per motivi di lavoro autonomo. Pertanto, il diniego di rinnovo del permesso di soggiorno fondato sulle condanne penali definitive per i reati sopra indicati non è viziato da difetto di istruttoria o di motivazione, né da violazione delle norme sul procedimento amministrativo.