Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24699 del 30 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:24699PEN

Massima

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La legittima difesa non può essere invocata da chi, di fronte a una situazione di pericolo fronteggiabile solo attraverso la commissione di un reato, accetta il confronto inserendo la propria condotta in un quadro complessivo di sfida, animato da volontà aggressiva nei confronti dell'altro. Pertanto, non può ritenersi in legittima difesa colui che, pur prospettandosi una situazione di pericolo, non cerca una via di fuga ma affronta immediatamente gli aggressori, manifestando un intento aggressivo anche attraverso il proseguimento dell'azione violenta anche dopo aver colpito l'avversario. La valutazione della sussistenza della legittima difesa deve tenere conto del comportamento complessivo dell'agente, il quale non può invocare tale scriminante quando la sua condotta si inserisce in un contesto di reciproca aggressività e mancato tentativo di evitare lo scontro.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. ST. EN. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 2746/2009 TRIB. LIBERTA' di TORINO, del 24/11/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO OLDI;

sentite le conclusioni del PG Dott. VOLPE Giuseppe, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con ordinanza in data 24 novembre 2009 il Tribunale del riesame di Torino, confermando il provvedim…

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