Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30369 del 24 luglio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:30369PEN

Massima

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Il diritto alla riservatezza e alla reputazione della persona offesa non può essere leso dalla pubblicazione di notizie relative alla sua vita privata, anche se vere, senza che sussista un effettivo interesse pubblico alla loro diffusione. Il reato di diffamazione è configurabile anche quando l'identità della persona offesa possa essere desunta indirettamente dal contenuto dell'articolo, senza che sia necessaria l'esplicita indicazione del suo nome. Il direttore responsabile di una testata giornalistica risponde a titolo di colpa per la pubblicazione di articoli lesivi della reputazione altrui, qualora non abbia esercitato il necessario controllo sul contenuto dell'articolo, in assenza di una effettiva verifica della sussistenza dei presupposti per l'esercizio del diritto di cronaca.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

2) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS) C/;

avverso la sentenza n. 1921/2011 GIUDICE UDIENZA PRELIMINARE di ANCONA, del 02/05/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

sentite le conclusioni del PG Dott.ssa ((omissis)) che ha chiesto l'annullamento con rinvio;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza in data 2-…

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