Il Sindaco, quale ufficiale del Governo, è l'unica autorità competente ad adottare provvedimenti contingibili e urgenti, anche di natura cautelare, finalizzati a prevenire e a eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana, ai sensi dell'art. 54, comma 4, del d.lgs. n. 267/2000. Tali poteri non sono delegabili ad altri funzionari dell'Amministrazione comunale, né possono essere esercitati in base a disposizioni regolamentari che risultino in contrasto con la normativa primaria. Pertanto, l'ordine di messa in sicurezza di un fabbricato che minaccia rovina, emesso dal Comandante della Polizia Municipale e dal Dirigente Tecnico dell'Area Gestione del Territorio, anziché dal Sindaco, è illegittimo e deve essere annullato. L'art. 30, comma 2, del d.lgs. n. 285/1992 attribuisce al Prefetto, sentito l'ente proprietario, il potere di ordinare la demolizione o il consolidamento di fabbricati e muri che minacciano rovina, qualora il proprietario, nonostante la diffida, non abbia provveduto; tale potere è alternativo e residuale rispetto a quello del Sindaco, da esercitarsi nei casi di urgenza e contingibilità. L'istruttoria tecnica svolta dagli uffici comunali, pur se esaustiva, non può surrogare il corretto esercizio del potere di ordinanza da parte del Sindaco, quale ufficiale del Governo, finalizzato a prevenire gravi pericoli per l'incolumità pubblica. La comunicazione di avvio del procedimento non è necessaria quando il contenuto dell'atto non avrebbe potuto essere diverso.