Cassazione penale Sez. V sentenza n. 15603 del 14 aprile 2016

ECLI:IT:CASS:2016:15603PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura anche in presenza di reciprocità di comportamenti molesti tra le parti, purché sussista una posizione di ingiustificata predominanza di uno dei contendenti tale da consentire di qualificare le sue iniziative minacciose e moleste come atti di natura persecutoria e le reazioni della vittima come esplicazione di un meccanismo di difesa volto a sopraffare la paura. La reciprocità degli atti minacciosi non esclude quindi la configurabilità del reato, incombendo sul giudice un più accurato onere di motivazione in ordine alla sussistenza dell'evento di danno, ossia dello stato d'ansia o di paura della presunta persona offesa, del suo effettivo timore per l'incolumità propria o di persone ad essa vicine o della necessità del mutamento delle abitudini di vita. Ai fini della configurabilità del reato, non rileva che gli atti persecutori siano avvenuti durante la relazione sentimentale, essendo sufficiente che essi siano stati posti in essere anche successivamente alla fine della stessa, come previsto espressamente dalla norma incriminatrice. Il sindacato di legittimità sulla motivazione della sentenza è limitato alla verifica dell'esistenza di un logico apparato argomentativo, senza possibilità di rivisitazione delle valutazioni probatorie effettuate dal giudice di merito, salvo i casi di manifesta illogicità o contraddittorietà.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G - Consigliere

Dott. AMATORE R. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso la sentenza del 20.10.2014 della Corte di Appello di Brescia;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott.ssa ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di Brescia ha confermato la condanna del predetto imputato, per i reati di cui all'articolo 612 bis c.p., …

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