Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 12612 del 21 aprile 2020

ECLI:IT:CASS:2020:12612PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria qualifica e posizione di potere, induce indebitamente un privato a dare o promettere utilità, realizza il delitto di induzione indebita a dare o promettere utilità, a prescindere dall'effettivo conseguimento del vantaggio patrimoniale e dall'effettiva verificazione dell'evento dannoso. Ciò in quanto l'elemento distintivo rispetto al delitto di corruzione risiede nell'oggettiva idoneità prevaricatrice e costrittiva della condotta dell'agente pubblico, che si manifesta nello squilibrio dei rapporti di forza tra le parti, derivante dagli effetti condizionanti esercitati sull'atteggiamento psicologico della persona offesa dal carattere primario del suo interesse coinvolto, quale quello all'abitazione. Pertanto, la qualifica pubblica dell'agente e la competenza istituzionale dell'atto "venduto" non costituiscono elementi essenziali della fattispecie, essendo sufficiente che l'agente pubblico abusi della propria posizione di potere per indurre indebitamente il privato a dare o promettere utilità. Inoltre, la mancata realizzazione dell'evento dannoso non esclude la configurabilità del reato, trattandosi di un reato di pericolo, che si perfeziona con la sola condotta induttiva, a prescindere dall'effettivo conseguimento del vantaggio patrimoniale. Infine, la qualifica di persona offesa spetta al privato indotto indebitamente a dare o promettere utilità, anche qualora questi non abbia successivamente formalizzato una denuncia o una costituzione di parte civile, essendo sufficiente che le sue dichiarazioni accusatorie siano state rese nell'ambito del procedimento penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CRISCUOLO Anna - Presidente

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. GIORGI Maria Silvia - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 10/04/2019 della Corte di appello di Roma;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Martino Rosati;
sentite le conclusioni del Procuratore Generale, in persona del Sostituto Dr. Lori Perla, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
uditi i difensori avv. (OMISSIS), in sostituzione dell'avv. (OMISSIS), ed avv. (OMISSIS), che hanno concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Oggetto di scr…

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